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Un calabrese spende fino a 883 euro per tornare a casa a Natale

Come ogni anno, è arrivato quel periodo in cui l’odore dei fritti e il calore di casa riportano al Sud tutti coloro che, per studio o lavoro, si sono trasferiti al Nord. Purtroppo o per fortuna, sono in molti ad aver provato almeno una volta questa sensazione: il desiderio di passare le feste con i propri cari, l’impazienza di riunirsi con gli amici e ripopolare strade spesso deserte; la spensieratezza di poter lasciare il frigo vuoto, prendere le valigie e salire sul treno o sull’aereo per casa. 

Ma il biglietto? Per quante siano le gioie di poter finalmente tornare giù, altrettante sono le difficoltà che un fuorisede calabrese – ma in generale del Meridione – deve affrontare. Tra esse, lo scoglio più grande è senza dubbio quello di riuscire ad acquistare un biglietto per la propria destinazione evitando viaggi della speranza e salassi economici.

Quanto costa a un calabrese fuorisere tornare a casa per Natale?

Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, nel mese di dicembre, i prezzi dei biglietti per la tratta Roma – Reggio Calabria sono aumentati in media del 160%; un biglietto dell’autobus da Torino a Reggio Calabria, invece, aumenta del 324% rispetto al prezzo standard. Per dare un quadro, il costo del biglietto di un Frecciarossa per la tratta Torino – Reggio Calabria il 22 dicembre è di €381 per una durata di undici ore; il prezzo più basso si registra per la tratta Roma – Reggio Calabria alla modica cifra di €245 per una durata di sei ore. Le proposte per Lamezia Terme, sempre il 22 dicembre, invece partono da €128 per la tratta Roma – Lamezia fino ad arrivare ai €337 per Milano – Lamezia. Osservando invece la proposta dei voli salta immediatamente all’occhio il prezzo che, per qualsiasi tratta, non scende sotto i €190 e registra il prezzo più alto per un volo sola andata Roma – Lamezia che può arrivare anche a €883.

Chi ne ha la possibilità prenota con largo anticipo i biglietti per le vacanze di Natale, ma non tutti possono farlo. C’è chi si è appena trasferito per uno stage di lavoro e non sa se il capo sarà così magnanimo da concedergli delle ferie; c’è invece vive una sessione d’esami che potrebbe protrarsi per più tempo del previsto; c’è chi è indeciso su quando scendere, cambiando idea più volte. Oltre al prezzo del biglietto, poi, c’è da mettere in conto la difficoltà nel reperirlo, dato che la disponibilità di treni, aerei ma anche autobus, se posta in relazione alla domanda, è eccessivamente limitata. Federconsumatori, attraverso la sua indagine, ha infatti osservato come già a novembre non ci fossero più biglietti disponibili per le tratte con la compagnia Italo. 

A rendere ulteriormente complesso il rientro dei fuorisede c’è anche un altro fattore: la lunghezza del viaggio. Qualora si optasse per il ritorno in treno, i più agevolati sarebbero coloro che devono raggiungere città o zone servite dalle stazioni ferroviarie; chi invece vive in zone meno collegate allora vivrà un viaggio inevitabilmente più lungo, ed alle otto, dieci, dodici ore di viaggio sarà necessario aggiungerne altre di auto, con l’aggravante del “Qualcuno deve venire a prendermi in stazione!”. 

Ancor più complesso il viaggio in aereo che, oltre ad essere quello più costoso, risente della totale assenza di una rete di collegamenti pubblici funzionanti e funzionali per spostarsi dagli aeroporti alle città in autonomia. Inoltre, non è raro che le tratte disponibili per scendere non prevedano un volo diretto, soprattutto a ridosso dei giorni di festa, costringendo gli utenti a scali in altre città.

Alla luce di tutto ciò, sono in molti a decidere di investire tutti questi soldi in un viaggio all’estero, rinunciando alle vacanze in famiglia. O ancora, sono in molti a decidere di approfittare degli scali obbligati – e talvolta più economici – per fare una tappa intermedia, in Italia e persino all’estero, prima di tornare a casa.

Soluzioni contro l’aumento dei prezzi per il rientro a Natale dei fuori sede

Un’ultima soluzione per chi vuole tornare a casa è quella del viaggio in autobus che, chiaramente, prevede durate molto più lunghe e che costringe molto spesso a viaggiare di notte ma che, dalla sua, ha spesso il vantaggio del biglietto ad un prezzo fisso – sempre ammesso che la zona da raggiungere non sia servita dalla sola compagnia Flixbus.

Sul tema i pareri sono spesso discordanti, tra chi è convinto che rientrare a casa durante le festività sia una boccata d’ossigeno necessaria e chi invece che si tratti di un vezzo, un lusso che spetta a chi può permetterselo. Dove sta la verità? È possibile ridurre tutto a una mera questione di domanda e offerta?

È certamente vero che in un periodo di maggiore richiesta come quello dei rientri nel periodo di Natale o in quello estivo, i prezzi tendono fisiologicamente ad aumentare, per poi scendere nuovamente nei periodi di minore affluenza sulle medesime tratte. È altrettanto lampante però che gli aumenti citati in precedenza evidenziano una tendenza preoccupante, sulla quale sembrano agire anche fattori diversi da quelli puramente di mercato. Infatti, i costi delle tratte sono sempre più spesso determinati da algoritmi in grado di intercettare gli interessi degli utenti, applicando istantanei incrementi dei prezzi.

Il governo italiano ha tentato di limitare questo fenomeno, imponendo un tetto ai prezzi, limitandone la fissazione dinamica e vietando la profilazione economica. Di quella bozza di decreto prodotta in agosto, alla quale sono seguite polemiche e minacce di cancellazione di tratte da parte delle compagnie aeree, oggi rimane l’affidamento di poteri di controllo e sanzionatori all’Antitrust – i cui effetti però restano postumi e verosimilmente poco incisivi – e poco altro, a dimostrazione di come si tratti di un terreno scivoloso e pieno di insidie, che necessiterebbe di scelte coraggiose. I Presidenti di Regione di Sicilia e Calabria, poi, hanno tentato di introdurre sconti e voli a tariffe fisse verso alcune località, senza però riuscire a incidere particolarmente sui disagi economici e logistici di chi cerca di rientrare a casa.

C’è da sottolineare poi che questo fenomeno sfavorisce anche i flussi turistici di chi potrebbe valutare di passare nel Meridione d’Italia le vacanze natalizie.

Le dichiarazioni in merito di Mimma Iannello, Presidente di Federconsumatori Calabria Aps, rilasciate al Corriere della Calabria , sono eloquenti: «Viaggiare in condizioni confortevoli non può perciò essere un privilegio per pochi. […] Si meditasse su questo, sul diritto alla mobilità e su come renderlo esigibile, equo e con standard di maggiore qualità, efficienza e sostenibilità, da Nord a Sud e per ogni tasca».

Le soluzioni a lungo termine ci sono e riguardano prevalentemente il miglioramento delle condizioni infrastrutturali di tutto il Meridione: miglioramento dei tracciati autostradali, efficientamento delle reti ferroviarie che non prevedono ancora la “vera” Alta Velocità per vaste zone del Sud Italia, ampliamento delle strutture aeroportuali. Ma nel breve e medio periodo si rendono necessari interventi coraggiosi, mirati ed efficaci nei confronti di un fenomeno che sta assumendo dinamiche sempre più preoccupanti, anche alla luce dei livelli raggiunti dall’inflazione nei mesi passati.

Articolo a cura di Martina Russo e Gianfilippo Greco