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La storia che ritorna a casa. La nuova mostra “Capolavori svelati” al San Giovanni di Catanzaro

L’8 settembre ha inaugurato la mostra “Capolavori svelati. Catanzaro tra patrimonio pubblico e privato” al Complesso Monumentale San Giovanni di Catanzaro, e sarà visitabile fino al prossimo 5 novembre.

La mostra è frutto di un lavoro interdisciplinare che ha coinvolto per circa un anno professionalità di diversi settori, dalla cui combinazione nasce oggi un’esposizione nuova sia nel suo significato intrinseco che nelle modalità di fruizione. Ma procediamo per gradi.

L’allestimento curato da Leonardo Passarelli, docente di Storia dell’Arte contemporanea all’Unical, è un connubio tra gli elementi dei capolavori che troviamo appesi e le pareti su cui sono disposti. Vi è un dialogo tra i colori che accompagna il visitatore in ognuna delle sale espositive del Complesso Monumentale San Giovanni di Catanzaro che attraversa.

È una mostra che nasce dalla consapevolezza profonda e dalla volontà di coinvolgere in questo spirito di orgoglio comune della Catanzaro e del suo hinterland, che nei secoli passati giocarono un ruolo importante su diversi tavoli da quelli politici, esprimendo personalità attive nello scacchiere decisionale nazionale, a quelli artistici dando i natali a personalità che dall’età moderna alle soglie di quella contemporanea hanno partecipato attivamente all’evoluzione degli stili e dei movimenti artistici europei. E proprio loro sono i protagonisti di questa mostra che fa convivere opere e documenti provenienti dal collezionismo privato catanzarese con opere che sono state recuperate tra i vari uffici comunali, dove giacevano spesso nell’inconsapevolezza di tutti, a volte dimenticate.

Un profondo lavoro di ricerca documentaria ha riportato alla luce opere di cui nessuno aveva più ricordo, ma che non erano scomparse, attendevano solo di essere svelate. È questo il caso dell’opera scelta come copertina promozionale della mostra, ossia “Le Tre Province” di Andrea Alfano (Castrovillari, 1879-Roma, 1967), ritrovata nella sede dei Vigili Urbani di Catanzaro. Alfano nel corso della sua vita artistica passò diversi periodi a Catanzaro, città alla quale donò l’opera che da oggi si potrà vedere per la prima volta e che ha un significato politico forte, dal momento che voleva essere uno sprone allo spirito di collaborazione, unità e condivisione tra le tre provincie di allora: Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria. Un messaggio tutt’altro che anacronistico per la Calabria attuale che ancora oggi perde l’occasione di riscattarsi dando spazio a inopportuni campanilismi. Un messaggio che oggi si rinnova attraverso la voce del Capoluogo di regione che ne rende manifesto del futuro politico, sociale, economico e culturale di tutto il territorio calabrese. 

I messaggi non terminano qui, perché tra le sale troviamo pezzi preziosi di Domenico Colao, Ugo Ortona, Francesco Cristini e Andrea Cefaly jr, testimonianza dell’occhio catanzarese sull’arte che cambia agli albori del secolo scorso. Ma ci sarà anche Mattia Preti, il Cavalier Calabrese, con opere provenienti dalla Chiesa di Santa Barbara a Taverna, che ci riporterà alla Calabria del Seicento. 

Si tratta dunque di una mostra imperdibile, che Catanzaro merita, e che soprattutto riporta il Complesso Monumentale catanzarese al suo obiettivo principale e più autentico: quello di accogliere e abbracciare l’Arte per renderla fruibile alla cittadinanza. È con questo spirito che la struttura, che si trova sull’area dell’antica fortezza catanzarese, venne riaperta tra gli anni ’90 e Duemila con l’obiettivo chiaro di diventare spazio culturale. Aprì allora i battenti con un due mostre dedicate ad Andrea Cefaly e a Mattia Preti e forse oggi con “Capolavori Svelati” si riappropria di un senso, quello di fondamentale avamposto culturale. 

E se molte opere che vedremo in mostra torneranno dai propri legittimi proprietari, le altre, quelle che silenziose erano rimaste per decenni tra le stanze impolverate del Comune, meritano finalmente di avere un luogo consono, alla luce del sole, fermo riferimento per tutti noi, e per chi ci viene a trovare da altre città, sulla storia del Capoluogo di Regione e dei tanti artisti che gli fecero omaggio. Queste opere meritano quindi di rimanere esposte, magari, proprio al Complesso Monumentale San Giovanni. 

È la Storia che ritorna a casa.