Il pubblico che grida “Massimo! Massimo!” perché per il mondo intero il personaggio di Massimo Decimo Meridio, del film Il Gladiatore, resta un’icona, un idolo, un eroe patriottico per l’Italia difficile da sopraffare. Ma ad uscire verso gli spettatori, verso la platea del Teatro Politeama, non era il personaggio romano con sandali e cinghie di cuoio. Era l’uomo, l’attore, che dopo trent’anni dal film che lo ha reso noto in tutto il mondo, mette da parte il ruolo di interprete per essere oggi la star del rock che ha sempre sognato: Russel Crowe.
Classe 1964, l’attore neozelandese Crowe non è infatti uno di quelli che sono arrivati alla fama internazionale appena ventenni. Il boom a livello mondiale è arrivato piuttosto dopo una lunga gavetta, soprattutto in Australia. Perché prima, Russel, voleva essere una rockstar e la musica è stata la sua prima ed autentica passione.
Dagli anni ’80 ad oggi, ha fatto parte di diverse formazioni come 30 Odd Foot of Grunts, The Ordinary Fear of God fino agli Indoor Garden Party dal 2017. È lo stesso divo a raccontarsi in un’intervista esclusiva sul Venerdì di Repubblica in cui spiega che per lui, da giovanissimo in Australia, “la vera svolta è stata l’avvento del punk, classica mentalità ribelle, voglia di andare controcorrente. Già a 21 anni avevo già fatto un sacco di cose, la musica ora continua ad avere un posto importante nella mia vita, ma è un piacere, non una responsabilità”.
Il divertimento e la passione per qualcosa che teneva forse latente e lontano dai set cinematografici, ha reso la sua performance nel concerto, avvenuto il 20 giugno al Teatro Politeama di Catanzaro, davvero travolgente. Con il suo gruppo Indoor Garden Party, affiancato dai The Gentlemen Barbers e dalla cantante irlandese Lorraine O’Reilly e un repertorio che spaziava dal rock, folk e country di canzoni scritte anche da lui stesso, ha travolto gli spettatori in un’escalation di emozioni dimenticando la responsabilità di essere un attore pluripremiato e da premio Oscar, ed essere semplicemente Russell.
“Continuo a fare concerti, nel rock trovi un senso di libertà, non sai mai quello che succederà e dove ti porterà l’energia”. La libertà lontano dal set e l’energia del palco, della musica e il pubblico che applaude divertendosi. In un attimo ognuno si alza dal proprio posto e comincia a ballare sulle note di Valerie gridando ancora una volta “Massimo! Massimo!”. No, non era Massimo, era Russel.
Così dopo una performance di due ore ricca di sound ed energia, Russel Crowe, l’attore o il cantante e musicista, ci insegna come non sia necessario specializzarsi in qualcosa e che l’amore e la passione per l’arte possa esimersi da una forma specifica. Che ognuno può fare egregiamente ciò che lo diverte, lontano dalla responsabilità, senza dover decidere di essere attore o cantante, si può essere entrambi allo stesso livello. Così c’è chi non ti ascolta venendo punti da una tarantola velenosa su un set di un film o sul palco di un teatro che ti chiama ancora “Massimo”. E in ogni caso, andare in scena facendo del tuo meglio, essendo semplicemente Russel, l’artista.
Foto di Antonio Raffaele sulla pagina Instagram @magnagraeciafilmfestival