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Me Shёndet: il corto che racconta la Calabria della resistenza e dell’accoglienza

Me Shёndet (Con Salute) è il titolo del nuovo cortometraggio nato dalla collaborazione tra Davide Imbrogno e Marco Caputo che con questo short film, il quarto realizzato insieme e promosso dal comune di San Benedetto Ullano, ci raccontano una storia di profondo attaccamento alle proprie radici.

San Benedetto Ullano è un piccolo comune in provincia di Cosenza che si estende ai piedi del colle S.Elia, in cui da secoli si intrecciano le tradizioni degli abitanti del posto e della comunità arbёreshё che lì ha messo radici. E il protagonista del racconto di Imbrogno e Caputo è proprio ShёnBendhiti, luogo che accoglie e protegge e in cui cultura calabrese e tradizioni greco-bizantine coesistono e si mescolano senza mai perdere la propria identità.

Noi di NONMagazine abbiamo avuto l’occasione di parlare con il regista e sceneggiatore Davide Imbrogno per sapere da dove sia scaturita la volontà di raccontare questo legame con una tale urgenza comunicativa.

“L’idea del corto è nata in realtà da una proposta del comune di San Bendetto Ullano, luogo in cui sono nato e a cui sono sempre rimasto legato oltre la lontananza. Il mondo di San Benedetto l’avevo già raccontato qualche anno prima in un mio romanzo, ma il bello di questa esperienza è stato proprio poter vedere materializzarsi visivamente le cose che avevo scritto”.

Me Shёndet nasce infatti come progetto di marketing e di promozione del territorio, un’operazione che diventa vera e propria esperienza cinematografica grazie all’occhio sapiente, dietro la macchina da presa, di chi quei luoghi li conosce e li rispetta da sempre. Oltre a lavorare in collaborazione con Caputo come regista, Imbrogno si occupa interamente della sceneggiatura, in cui ritornano i temi di sogno, resistenza, origini e amore.

“I paesi arbёreshё sono luoghi che resistono da 500 anni, dove sopravvivono tradizioni secolari e una lingua antichissima. Questi mondi conservano una propria identità ben precisa, che non hanno perso con il tempo. L’idea è quella di raccontare un posto che conserva tradizioni e folklore, ma soprattutto narrare la Resistenza di un luogo contro lo scorrere del tempo”.

Resistenza che non si configura soltanto come permanenza della memoria, ma anche come vero e proprio gesto rivoluzionario, contro ogni forma di divisione:

“Questi luoghi dell’Arbёria accolgono da sempre, e forse la loro più grande forma di resistenza è proprio la volontà di accogliere. È qualcosa su cui abbiamo voluto premere molto, volevamo far emergere il sentimento di apertura e tolleranza che caratterizza San Benedetto, punto di transito e incontro di popoli da secoli”.

Me Shёndet riesce a trasmettere con grande efficacia e potenza visiva un messaggio forte: quanto sia importante rispettare e conoscere le proprie radici e contemporaneamente aprirsi all’altro.

Alla nostra domanda su quale consiglio darebbe a giovani aspiranti cineasti calabresi, Imbrogno risponde così prima di salutarci:

“Bisogna scrivere di ciò che si conosce. Io ho sempre fatto così, mi guardo intorno ed esploro, scopro, e poi scrivo di ciò che so. Sono una persona che non ama dare consigli, ma in questo caso mi sento di dire che è proprio questo il mio consiglio: osservare e guardarsi intorno, e conoscere la propria terra. Spesso i primi diffidenti verso la Calabria siamo proprio noi abitanti. Perché inventarsi una storia su altri mondi quando abbiamo tanto da raccontare?”

(Potete vedere il link del corto cliccando qui)