Il 22 febbraio si celebra lo Sconnessi Day, una data dedicata alla necessità di staccare per un po’ dai nostri cellulari e in qualche modo evitare dipendenze dalla tecnologia. Lo slowliving calabrese potrebbe salvarci dall’iperconnessione.
Ma siamo onesti, riuscireste ormai a vivere senza la tecnologia? È una domanda retorica naturalmente. Bisogna essere consapevoli che ormai la tecnologia è parte integrante della nostra vita ed è un processo del tutto inarrestabile in cui siamo immersi e che condiziona diversi aspetti della nostra vita.
“Hyperconnectivity” è un termine coniato dai sociologi canadesi Anabel Quan-Haase e Barry Wellman e può essere definito come la tendenza ed il bisogno di rimanere costantemente connessi ad internet e all’utilizzo spasmodico di mezzi tecnologici, percependo faticosamente il distacco da essi.
È un fenomeno in continua crescita, che desta continua preoccupazione, soprattutto se si parla di giovani che può portare a creare disagi anche gravi quali ad esempio una vera e propria dipendenza da internet. Non è importante il mezzo: a essere dannosa è la continua esposizione a ogni sorta di comunicazione.
Ma quali sono i segnali che posso definire una Sindrome da Iperconessione?
Prima di tutto, il tempo trascorso su internet e sui social è maggiore rispetto a quello dedicato a qualsiasi altra attività. Vi è una difficolta eccessiva a stare per troppo tempo senza dispositivo o connessione. Ciò comporta irritabilità, agitazione ed ansia, fino ad arrivare ad un vero e proprio panico da sconnessione. Spesso sono presenti scarse relazioni sociali e difficoltà nella gestione delle stesse, fino ad arrivare ad un vero e proprio isolamento sociale. L’iperconnesione porta a staccarsi dal mondo reale: agitazione, ansia e irritazione comportano un’ansia sociale rispetto alle relazioni “dal vivo”.
Nonostante ci siano una serie di leggi che addirittura tutelino soprattutto i lavoratori con il “diritto di disconnettersi” tuttavia nella pratica, risulta difficile rispettare il confine tra lavoro e riposo, soprattutto se il lavoro è svolto da remoto e si vive, come oggi, in un modo iperconnesso.
Ci sono però degli spazi che ci consentono di “staccare” e la Calabria sembra essere una delle regioni d’Italia più gettonate per permettersi un periodo di “disconnessione”. Si parla infatti molto spesso di Slow living e come questa sia diventata negli ultimi anni anni una tendenza diventando un’alternativa concreta ai problemi psicologici che può portare l’iperconnessione.
Il progetto PISL SLOW LIFE
Attraverso il concetto dello slow living sono nati una serie di progetti, come PISL Slowlife un marchio creato nel 2011 nell’ambito del Programma Operativo della Regione Calabria, con l’obiettivo di promuovere bellezze naturali, specialità gastronomiche, storia e tradizioni di un’area del territorio della Locride compresa tra i comuni di Agnana Calabra, Antonimina, Canolo, Ciminà, Gerace e Mammola. Nello specifico, si tratta di un Progetto Integrato di Sviluppo Locale.
Pisl Slow Life mira alla promozione e allo sviluppo dei territori dello SLOW LIFE. Grazie ad una forte sintonia d’intenti, questi sei comuni della Locride vogliono valorizzare il ricco patrimonio locale di un territorio che ha tanto da offrire, per riqualificarne e rafforzarne l’attrattività. Catturare l’attenzione di tutti i player del settore turistico, attraverso la creazione di un sistema integrato di offerta, assume così un ruolo chiave per promuovere la storia, il territorio e le specialità eno-gastronomiche di questa terra.
E se tutti i comuni facessero così? Lo slowliving calabrese potrebbe essere una tendenza per il lancio di una nuova economia basata sullo slow tourism, il turismo lento. Cosa si potrebbe fare in un giorno senza internet?
Consigli pratici
A livello personale, è importante non perdere quel contatto diretto con le persone, ritornare al passato vivendo ad un andamento lento facendo lunghe camminate e se siete in Calabria, tra i borghi, al mare o in montagna. Bisogna quindi attivare una nuova organizzazione tempo, che possa migliorare la nostra produttività e il benessere psicofisico con attività un po’ più “slow”.
Cc illustrazione immagine in evidenza Patrick Lager