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“La terra dei miracoli”: il secondo corto sulla storia delle donne di Calabria

La terra dei miracoli è il nuovo corto sulle donne di Calabria che fa parte del nuovo progetto Compagnia delle Donne di Angelica Artemisia Pedatella, regista calabrese che con la sua compagnia teatro BIA17 ha realizzato una trilogia di film sulla storia di tre donne calabresi che rappresentano arte, scienza e spiritualità.

Il corto, presentato insieme a Le regioni del cuore in cui si narra la storia di Caterina Pontorieri (di cui ve ne abbiamo già parlato in un articolo qui) vuole mostrare la spiritualità della terra dei miracoli, Mileto, il paese in cui visse Natuzza Evolo. Eppure, il corto non è biografico ma rappresenta una spiritualità a tutto tondo.

Come dice la regista Pedatella: “Il miglior modo per raccontare la sua figura era quello di raccontare il suo messaggio. Il messaggio della spiritualità di Natuzza è che invece di servirci degli altri noi possiamo metterci a servizio degli altri trasformando la nostra terra una terra di miracoli perché nel momento in cui noi ci mettiamo a servizio degli altri tutto diventa più facile, i miracoli arrivano. Nel corto infatti si dice “se tu lasci la porta aperta e ti metti in ascolto, il miracolo arriva nella tua vita” e si manifesta in mille modi”.

Un miracolo che perviene anche dalla fusione di musica, danza, arte, architettura che si mescolano in una parte del video-clip. Una fusione che la regista sostiene che sia stata “spontanea” perché “Siamo arrivati lì cercando di voler narrare la storia di Natuzza. Arrivati lì la protagonista del corto Sabrina Pugliese si accorse di tre finestre del palazzo del comune che erano una chiusa, una socchiusa e una aperta. Ci è sembrato un messaggio che era quello di mettersi in ascolto ed è stato lo stesso luogo che ci ha detto come raccontare la storia. Abbiamo inserito anche un videoclip di danza e musica lirica tutto avvenuto da momenti di ilarità spontanei che vedevamo nel paese. Abbiamo percepito un altro tipo di arte organizzato dalla spontaneità dei momenti”.

Per questo, non solo il messaggio di Natuzza, ma un altro tipo di messaggio viene così evocato: “Il messaggio che voglio proporre è quello di mettersi in ascolto perché non esiste né arte e né scienza senza spiritualità e sono tutti e tre elementi che l’uno senza l’altro sono fini a se stessi. La Calabria è una terra che può dare tutto questo ed è per questo che il mio lavoro è quello di mettermi in ascolto per portare gli altri a mettersi in ascolto”.

(Qui il link del corto. Il corto fa parte di una serie di eventi collaterali del Calabria Movie Film Festival. Clicca qui per vedere gli altri eventi).