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Innovacarbon: la start up contro l’inquinamento ambientale

Laura Lamonica è startupper, cofondatrice e responsabile di comunicazione e marketing di Innovacarbon: la start up innovativa nata per offrire prodotti composti da nanotecnologie altamente performanti, a base di nanotubi di carbonio, per la tutela dell’ambiente. Gli altri fondatori sono Danilo Vuono, Diana Calderazzo e Basiliano Roberto.

Come nasce la stat up Innovacarbon?

L’idea nasce già all’università dopo l’incontro avvenuto tra noi, un gruppo di studenti, con il co-fondatore e CEO Danilo Vuono, dottore in ingegneria chimica ed esperto in nanotecnologie, che ha conseguito studi importanti decennali sui nanotubi di carbonio. Da questo incontro nasce l’idea di creare un brevetto con un progetto che è andato sempre più a concretizzarsi. Abbiamo avuto a che fare con la Regione Calabria e, successivamente, abbiamo avuto contatti fuori regione con la partecipazione a competizioni nazionali ed internazionali. Così, poi, abbiamo deciso di concretizzare il tutto costituendo la start up.

Di cosa vi occupate?

Ci occupiamo di produzione di nanotubi di carbonio supportati su materiale inerte per la depurazione delle acque. La particolarità del nostro materiale sta proprio nella sua sintesi: infatti, questa permette un ancoraggio delle polveri sul materiale inerte così da evitare il fenomeno del trascinamento, da sempre un grande problema per l’applicazione dei nanotubi in campo ambientale, dal momento che, normalmente, e quindi senza questa particolare sintesi, le polveri verrebbero trascinate via dal flusso d’acqua inquinando a loro volta. Ma non solo: il core della nostra tecnologia sta nella rigenerazione del materiale che può avvenire per molti cicli. Anche non meno importante è la capacità di recuperare l’inquinante dal filtro. L’inquinante che a sua volta può essere una risorsa data la sua rigenerazione.

Avete vinto dei premi…

Il nostro trampolino di lancio è stata la vittoria della Start Cup Calabria del 2018. Ovviamente eravamo quasi tutti studenti ancora all’Unical e questo ci ha permesso di accedere alla competizione nazionale del PNI (Premio Nazionale per l’Innovazione), sempre nel 2018, ed è proprio qui che abbiamo vinto la competizione nel settore Clean-Tech&Energy.

Innovacarbon: start up di quattro calabresi… ma al Nord

Dopo cos’è successo?
Da quel momento abbiamo preso la decisione di costituire la start up. Avevamo già avuto i primi contatti con alcune aziende che erano interessate alla nostra tecnologia – purtroppo o per fortuna – nel settentrione. Abbiamo così iniziato a dislocare la nostra prima sede al Nord Italia.

Perché il vostro prodotto non ha suscitato interesse al Sud?
Per una questione prettamente numerica legata al mercato. La rete industriale presente al Nord è maggiore e molto più fitta, soprattutto per quattro riguarda le aziende che possono sfruttare il nostro prodotto: chimiche, petrolifere, farmaceutiche, tessili, conciarie. Anche se, negli ultimi tempi, stiamo iniziando a ricevere manifestazioni d’interesse anche da società con sede in Calabria e per questo, stiamo valutando l’apertura di una filiale qui lavorando ad un progetto più ampio. È sempre stato nei nostri progetti…ma all’inizio non ci è stato possibile.

Perché è stato impossibile aprire in Calabria?
Abbiamo avuto diversi impedimenti dal punto di vista di tempistiche burocratiche. Per quanto riguarda la costituzione dell’azienda, cioè un’impresa come start up innovativa, ci erano state proposte delle tempistiche molto dilatate (da due settimane a un mese) mentre al Nord siamo riusciti a fare tutto in un paio di giorni. Lo stesso vale per la registrazione del brevetto: in Calabria sarebbe stato necessario attendere qualche mese, mentre al Nord è stato possibile presentare tutte le pratiche nell’arco di pochi giorni.

Nei vostri obiettivi futuri c’è l’idea di creare una filiale in Calabria con un progetto più ampio. Quale?

Depurazione dei reflui civili. Stiamo lavorando anche a questo progetto dal momento che il materiale è capace di trattenere molte tipologie di sostanze organiche. Per quanto riguarda il trattamento dei reflui civili il nostro prodotto ha bisogno di una particolare conformazione: essendo presenti materie solide c’è la necessità di integrare un ulteriore trattamento. Una volta avvenuto questo primo passaggio, l’acqua verrebbe depurata con la nostra tecnologia. Non possiamo ancora parlare di potabilizzazione, ma non lo escludiamo completamente per il futuro. La depurazione dei siti civili è uno dei grandi problemi del territorio calabrese, per questo crediamo che questo materiale possa risolvere un grande problema oltre ad essere un’autentica innovazione per contrastare l’inquinamento ambientale e in particolare dell’acqua.